Dic 232022
 

Il 14 dicembre 1923 è stata una data determinante per Milano. Ma nessuno sembra conoscerla, anche perché a scuola non sembra sia insegnata. Ma, è fondamentale per capire la Milano di oggi e per costruire il nostro domani.

Cosa rappresenta il 14 dicembre 1923 per i milanesi? Probabilmente nulla, come abbiamo potuto riscontrare negli ormai numerosi incontri “Verso il Centenario Antichi Comuni Milanesi 1923-2023” promossi in questo periodo. Ciò, per esempio, anche perché poco o nulla viene insegnato a scuola e, quindi, imparato. Infatti, se va bene, tutto si risolve nella passione e creatività di qualche insegnante. Con il risultato che noi milanesi non conosciamo la nostra città nella sua articolazione centro-semicentro-periferia. E, non conoscendola, neppure ce ne prendiamo molta cura.

ANTICHI COMUNI – Eppure, per Milano il 14 dicembre 1923 è una data importante, poiché ne vide più che raddoppiare l’estensione territoriale, che passò da 76 a 181 km² (esito dell’aggregazione dei Comuni di Affori, Baggio, Chiaravalle Milanese, Crescenzago, Gorla-Precotto, Greco Milanese, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno e Vigentino), divenendo così la Milano che conosciamo. La Milano delle opportunità, delle tante “eccellenze” e dei grattacieli che svettano. Ma, anche dei quartieri popolari che arrancano. Tutto ciò non è frutto di un destino cinico e baro, bensì hanno inciso anche le scelte amministrative ed organizzative fatte ormai un secolo fa, ma che si ripercuotono sul nostro vissuto odierno. Sia le scelte positive, da implementare, sia quelle negative, da cambiare: magari, quelle legate alla cosiddetta “burocrazia”, fatta di regole e di uffici che spesso sentiamo lontani. Lontani, anche perché proprio quel 14 dicembre 1923, come riportato nel Comunicato dell’allora Sindaco di Milano, Luigi Mangiagalli, “le amministrazioni dei cessati undici comuni suddetti (indicati sopra, ndr) sono conseguentemente assunte dal Comune di Milano”, cioè portate lontano, a Palazzo Marino.

BUROCRAZIA – Ecco, il tema dell’amministrazione, dell’organizzazione e della burocrazia. Un tema che è complesso e poco attrattivo, e per questo pochi se ne interessano. Ma che è decisivo. Un tema che, proprio perché poco attrattivo, rischia di essere eluso anche in questo anno “14 dicembre 2022-2023” dedicato al Centenario Antichi Comuni Milanesi, che trae origine proprio da quell’atto amministrativo del 14 dicembre 1923. Così, rischiamo di lasciare le cose che non funzionano come stanno adesso. Tra l’altro, con un’amministrazione “vicina” ai territori (Consigli di Zona prima e Municipi adesso), che da ormai più di cinquantanni dall’introduzione del Decentramento continua a rimanere un’incompiuta, quasi una scatola vuota. Ma, anche qui, non si tratta del frutto di un destino cinico e baro, bensì di “non scelte” esito oggettivo di una stratificazione politico-burocratica. Con il risultato che proprio i territori lontani dal centro restano marginali e lasciati un po’ a se stessi. Cosa che, generalmente, va a svantaggio di chi è più debole.

IMPEGNO – Allora, dovremo impegnarci affinché il tema dell’organizzazione, a partire da quella del Comune di Milano sul territorio e, quindi, dei Municipi, venga posta al centro dell’attenzione, divenendo il cuore del Centenario. Con l’obiettivo di restituire ai territori, oggi periferia, quell’Amministrazione vicina – reale, non formale – che è stata tolta il 14 dicembre 1923. In questa direzione proseguirà anche l’impegno di Consulta Periferie Milano, perché le periferie non si spostano, si risolvono. Ma per farlo bisogna avere anche un’organizzazione adeguata, altrimenti la città “policentrica” continuerà a rimanere uno slogan. Altrimenti, continueranno ad essere illusioni che, tra l’altro, vanificano e scoraggiano l’impegno di tanti.

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