Non è una strada in discesa. Emergono sempre posizioni “negazioniste”, “malpanciste”, refrattarie ad usare il termine “periferia”: «Preferisco usare il termine quartieri» è stato detto qualche settimana fa all’inaugurazione del Cinema Martinitt, in quel di Lambrate, oltre la ferrovia, che se non è periferia …
Indubbiamente, però, il vocabolo “periferia”, che generalmente veniva utilizzato in senso negativo, oggi inizia – ma non diciamolo troppo forte – ad essere usato in termini positivi (ma, adesso stiamo un po’ esagerando), propositivi, di attenzione da dedicare.
Il motivo di questo cambiamento? Da una parte, una spinta significativa è stata data da Papa Francesco, con quell’invito ad “andare nelle periferie”.
Dall’altra, il merito è sicuramente dell’architetto Renzo Piano, soprattutto da quando è stato nominato senatore a vita e, in particolare, da quando ha costituito il Gruppo “G124 per le periferie urbane e la città che sarà”, con sei architetti che stanno intervenendo nelle periferie di Catania, Roma e Torino. Perché prima, almeno così ci è sembrato, non è che sull’argomento “periferie” se lo filassero in molti, malgrado fosse già un architetto di fama internazionale. E, per quanto possa valere il nostro parere, riconosciamo di aver comunque perseverato per lustri a porre il tema “periferia” perché diventi «città, sistema urbano arricchito, fecondato dalle “attività” della vita, o le città diventeranno dei mostri ingovernabili dove soltanto il centro sarà un’isola felice».
Così oggi, nel nome di Renzo Piano, di periferie se ne occupano i più svariati soggetti: lo scorso 24 gennaio lo hanno fatto la Fondazione Italcementi a Bergamo e la Fondazione SDN per la ricerca e l’alta formazione in diagnostica nucleare a Napoli.
200 milioni – Non solo convegni, però. Il Governo ha presentato un emendamento alla Legge di Stabilità 2015 dedicato allo Sviluppo e al Piano nazionale per la rigenerazione e riqualificazione delle periferie e delle aree urbane degradate, con un investimento di 200 milioni (50 nel 2015, 75 nel 2016 e 75 nel 2017). Oltre a definire le risorse, l’emendamento del Governo alla legge di stabilità prevede che entro il 30 settembre 2015 i Comuni interessati presentino progetti “tempestivamente cantierabili” di riqualificazione delle aree periferiche, miglioramento del decoro urbano, riuso e rigenerazione dell’edificato. In merito è intervenuto in termini problematici il Consiglio Nazionale degli Architetti, lamentando l’assenza di quella strategia complessiva che ha portato al fallimento del Piano Città 2012. Per questo chiede che siano messe “attorno al tavolo le intelligenze italiane con l’esperienza adatta, quelle che si occupano già di periferie” e, come maestro della riqualificazione delle periferie, gli Architetti propongono il Senatore a vita Renzo Piano. Appunto!
Periferia InConTra – Comunque sia, proprio “200 milioni per le Periferie? (a Catania, Roma ” sarà il tema del 2° appuntamento del 3° ciclo di Periferia InConTra che avrà luogo Giovedì 5 marzo 2015 – ore 17.30 all’Urban Center di Milano. Sarà l’occasione per fare il punto sui possibili interventi nelle periferie della nostra città a partire da un “orizzonte periferia” e nella logica della “progettazione partecipata”. L’invito è rivolto tutti.