Mag 262015
 

Periferie, periferie, periferie… E’ un periodo in cui, per un variegato intreccio di motivazioni, il termine “periferie”, utilizzato solitamente per indicare qualcosa di negativo (in questi dieci anni di attività abbiamo sentito un po’ di tutto), non sembra più essere così “brutto e cattivo”. Anzi, salta fuori un po’ dappertutto, quasi un “balletto”, una sorta di “viatico”, di denominazione “politicamente corretta”, come si usa dire. Tanto che una commentatrice ha recentemente auspicato che il prossimo Sindaco di Milano sia “possibilmente un eccentrico, anche in senso topologico. Cioè che snobbi il piccolo centro chiuso dalle mura per saperla vedere (Milano, ndr) soprattutto fuori. Magari nato o residente in periferia, il che aiuterebbe”.
AlveareComunque sia, riteniamo utile rammentare quanto sintetizzato da un’indagine condotta dall’istituto di ricerche Ipsos: “Milano è un operoso alveare, con tante celle che non comunicano tra di loro. Una Milano che non fa sistema, (…) che per farlo deve guardare oltre la cerchia delle mura spagnole. (…) Se Milano è la Cerchia dei Navigli, va da sé che già le periferie sono luoghi sconosciuti, luoghi marginali e tenuti ai margini”.

MANIFESTAZIONI DI “INTERESSE PERIFERICO”
GuzzettiPereiraPianoSangalliAP.Logo-001Allora, più che citazioni e provenienze, è necessario individuare e porre in essere un metodo che consenta di affrontare stabilmente la situazione delle periferie, ponendole tra le priorità dell’agenda “politica” cittadina. Serve una confluenza – una messa intorno ad uno stesso tavolo? – dei mondi delle istituzioni, dell’economia, della cultura ed anche dell’informazione, dove, superando le pur legittime particolarità, ciascuno possa offrire il proprio contributo. Nella consapevolezza che nessuno ha la soluzione in tasca, ma che l’apporto di ciascuno è importante, forse indispensabile.
In tale ottica, tra quelle che abbiamo chiamato “manifestazioni di interesse periferico”, espresse tra gli altri da Giuseppe Guzzetti (Fondazione Cariplo), piuttosto che da Alexander Pereira (Teatro alla Scala), per non scomodare l’ormai “pluricitato” (ma quanto seguito?) architetto e senatore a vita Renzo Piano, riteniamo che quanto recentemente ipotizzato da Carlo Sangalli (Camera di Commercio), indichi una modalità adeguata: «Per superare il disagio delle periferie è necessario un grande progetto di solidarietà che coinvolga istituzioni e privati».
E’ necessario che qualcuno sia disponibile a mettersi sulle spalle il carico, comunque gravoso, di avviare e condividere un percorso “sistemico”. Perché iniziative singole, sempre meritevoli e comunque da compiere, con tutta evidenza non riescono ad offrire risposte adeguate ad una complessità troppo trascurata e sempre più complicata.

PERIFERIA INCONTRA
DNQ-Art1506_Balletto.Foto1Dal 2012, tra le altre cose, Consulta Periferie Milano unitamente all’Ufficio Relazioni con la Città del Comune di Milano ha avviato il percorso “Periferia InConTra” nel centrale Urban Center di MIlano, patrocinato dal Comune di Milano, per favorire l’incontro e la connessione tra vari soggetti della realtà milanese, per mantenere costante l’attenzione verso le periferie. Al 14° appuntamento dello scorso 11 maggio sono intervenuti Stefano Rolando (Presidente del Comitato Brand Milano), Ottavio Di Blasi (Tutor del Gruppo di architetti G124 del senatore Renzo Piano, che prevede un’azione di “rammendo” al Lorenteggio), Marco Barbieri (Vice Segretario generale di Confcommercio Milano-Monza-Lodi). Un’occasione per fare il punto sulle possibili azioni nelle periferie di Milano, a partire da un “orizzonte periferico” e nella logica della “progettazione partecipata”, che dovrebbe trovare occasioni di dibattito, confronto ed iniziativa nei quartieri, con i centri culturali che dovrebbero assumere un ruolo da protagonisti (la cosa interessa?).

MUNICIPALITA’
Anche il prospettato Regolamento delle nuove Municipalità, che andranno a sostituire i Consigli di Zona, non deve essere l’ennesima occasione persa per dare finalmente un punto di riferimento e di intervento dell’Amministrazione nelle periferie, che hanno bisogno di una gestione complessiva – e non di interventi settoriali e scoordinati – a partire dalla gestione del disastrato patrimonio edilizio pubblico che, invece, rimane ancora una cosa “altra”, staccata dal resto del territorio.

CONCERTI IN PERIFERIA
Concerto via OrnatoIntanto, resiste e prosegue l’iniziativa “Concerti in Periferia – La Rassegna musicale di Primavera”, organizzata da Associazione Il Clavicembalo Verde e Fondazione Milano Policroma e giunta alla 7ª edizione 2015 (programma), che, nel corso delle precedenti edizioni, unitamente all’iniziativa “CoriMilano – Il Polo dei Cori amatoriali milanesi”, ha promosso e messo in rete oltre 400 concerti ad ingresso gratuito in 30 luoghi periferici (vedi), grazie anche alla collaborazione e condivisione di 50 enti/associazioni operanti sul territorio. A questo nutrito programma “periferico”, quest’anno si aggiunge anche la Rassegna “Per nutrire l’anima. Musica e Arte” (programma), un percorso lungo oltre 20 concerti da maggio a ottobre nelle Chiese del Decanato Navigli: non solo “movida” quindi.
Da non dimenticare, poi, quel ben più corposo iceberg costituito da un arcipelago di presenze culturali che operano sul problematico territorio delle periferie cittadine, realizzando numerose iniziative, spesso di qualità, ma che faticano ad essere conosciute (sono oltre 200 gli appuntamenti ad ingresso gratuito che ogni mese sono segnalati nel sito www.periferiemilano.it).

Insomma, la cosiddetta periferia è una realtà ampia che può e deve diventare una nuova centralità per la città.

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