Ago 142016
 

Lo scorso mese di giugno è stato caratterizzato dalle elezioni amministrative che, nella generalità dei casi, hanno visto battagliare attorno al tema delle periferie, non solo a Milano, ma anche nelle altre città italiane. Segno che la questione periferie non è risolta e, forse, neppure si è iniziato ad affrontarla veramente. Anche nel recente periodo estivo, le problematiche delle periferie non sono certo andate in vacanza.

“IL PROPRIO DOVERE, A COMINCIARE DALLE PERIFERIE”
Mansi_FotoIn tale contesto, tra gli altri, si colloca il monito, per certi versi l’accusa pronunciata da monsignor Luigi Mansi, Vescovo di Andria, ai funerali delle vittime del disastro ferroviario in Puglia, riguardante i «calcoli ottusi di convenienze e interessi. E tutto, senza scrupoli, generando innumerevoli piccole e grandi  inadempienze nei confronti del proprio dovere (…) Periferie.Mansi_Immagineverso i diritti delle persone, di tutti, senza  diversità e distinzioni, a cominciare dai più deboli e fragili, a cominciare dalle periferie» (Omelia 17/7/2016).

“PERIFERIE, MANCA IL DISEGNO GENERALE”
Freyrie_FotoMa, oltre a “calcoli, convenienze ed interessi”, le periferie continuano a subire la mancanza di un «disegno generale, un progetto integrato di interventi, un’autentica innovazione negli approcci, progetti nuovi e diversi dal passato», come evidenziato da Leopoldo Freyrie, già presidente dell’Ordine degli Architetti (Corriere, 24/7/2016). Ciò, con la conseguenza che le risorse che vengono spese – sempre denunciate come scarse – continuino a non portare miglioramenti sostanziali, mancando una regia complessiva, in particolare a livello territoriale.
Tale situazione, tra le altre, è riscontrabile nell’intreccio “periferie-case popolari” (70mila appartamenti che a Milano hanno due diverse gestioni: 41.700 ad Aler/Regione Lombardia e 28.700 a Metropolitana Milanese/Comune di Milano, di cui oltre 3.000 occupati abusivamente, mentre altri 6.500 sono sfitti. Poi, ci sono anche 12.800 box/posti auto e 2.900 negozi/laboratori artigianali, anche questi sfitti per il 30%).Aler.MM_Logo
In proposito, è opportuno ricordare che i Consigli di Zona – che dovevano presidiare il territorio – anche in tema di “casa” hanno continuano a fare gli spettatori, contrariamente a quanto previsto dal regolamento del 1977, peraltro mai applicato anche per le restanti parti (potenza della “burocrazia”?). E i risultati sono sotto gli occhi di tutti, anche se è difficile trovare qualche milanese che abbia qualche informazione, anche solo di contorno, sulla situazione del patrimonio residenziale pubblico.

“PERIFERIE E BUROCRAZIA”
Rizzo_FotoCosì, nelle periferie rimangono inascoltate e mortificate le numerose presenze capaci di azioni positive ed innovative. «Il problema però è di fondo: ogni volta che si vuole fare una riforma si commette sempre il medesimo errore. Quello di farla fare ai burocrati. Perché affidare a loro il compito di riformare se stessi è come chiedere al tacchino di organizzare il pranzo di Natale», come osservato da Sergio Rizzo (Corriere, 27/7/2016).
Quindi, accade che Dar=Casa, cooperativa che gestisce oltre 400 appartamenti di Regione Lombardia e Comune di Milano, che altrimenti sarebbero rimasti inutilizzati, ha iniziato a gestirne altri 115 alla Barona. Solo che l’avvio delle procedure risale al 2006: DarCasa_Logo«Non è più possibile operare con queste modalità, perché non ha senso avere un finanziamento per un’emergenza e ottenere i primi risultati 10 anni dopo» ha commentato Sergio D’Agostini, presidente di Dar=Casa.

“PERIFERIE E MUNICIPI”
MilanoCome ribadito in altre occasioni, se le periferie sono un tema che non può essere affrontato dal solo Sindaco, bensì deve vedere un impegno corale di tutta la Città nel suo insieme, l’organizzazione amministrativa è una responsabilità del Sindaco. Con uno sguardo più generale, se la condizione delle periferie delle grandi città si presenta piuttosto differenziata, «comuni sono, invece, i punti deboli di uno sviluppo equilibrato riferibili sia alla mancanza di identità, che all’assenza di un’organizzazione amministrativa adeguata (la cosiddetta “governance”), che abbia l’obiettivo di definire una strategia complessiva» (Libro bianco sulla governance europea, Commissione Europea 2001).
In tale contesto, un ruolo determinante dovrebbe essere svolto dai neo-costituiti ed eletti Municipi, il “centro amministrativo” vicino. Allora, siamo sulla buona strada? Purtroppo, quanto accaduto in passato e recentemente non è incoraggiante ed è da tenere in attenta considerazione, se non si vuole ricadere in storiche illusioni.
Infatti, il Regolamento dei Municipi approvato il 14 aprile 2016 (ci sono voluti cinque anni!, mentre altri cinque si prospettano per metterlo in pratica e fanno dieci!), sostituisce il Regolamento dei Consigli di Zona del 1997, mai applicato per vent’anni; a sua volta, il Regolamento del 1997 sostituì il Regolamento dei Consigli di Zona del 1977, anch’esso mai applicato per vent’anni.
Allora, oltre al tema fondamentale delle competenze previste o non previste dal Regolamento dei Municipi (che, come sopra evidenziato, esclude uno dei temi “periferici” più problematici, le case popolari), anche oggi il problema “storico” è costituito dall’esistenza di una stratificazione politico-burocratica “centralista”, con una notevole autoreferenzialità, che nei decenni ha sempre bloccato tutto.

“PERIFERIE E PARLAMENTO”
CameraDeputati_LogoIntanto, c’è da rilevare che anche il Parlamento ha dedicato attenzione alle periferie: lo scorso 27 luglio, la Camera dei Deputati ha approvato l’istituzione di una “Commissione parlamentare monocamerale di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie”, composta da 20 deputati, che dovrà presentare una relazione entro … un anno. E, così, passerà un altro anno, ma le periferie più che di commissioni hanno bisogno di azioni. Comunque, la Camera dei Deputati potrebbe guardare all’altro ramo del Parlamento, il Senato della Repubblica: G124_Logoforse guadagnerebbero tempo rivolgendosi al Senatore Renzo Piano, che ormai da lustri sta richiamando l’attenzione sul tema periferie – peraltro inascoltato – e che in questi ultimi anni ha promosso interventi a Catania, Roma e a Milano al Giambellino con il Gruppo G124.
Perché questo è il punto: la complessità delle periferie non può essere affrontata con singoli interventi, magari anche molto dispendiosi. Paradossalmente, Invece, è necessario intervenire “mettendo a sistema” capacità e competenze, a partire da quelle già operanti sul territorio.

“TAVOLO PERIFERIE MILANO”
In tal senso, segnaliamo che – proprio per superare lo stato di perdurante frammentazione – da qualche tempo alcune realtà cittadine (associazionismo, cooperazione, università), pur differenti tra loro per metodo di lavoro ed obiettivi istituzionali, hanno deciso di promuovere una iniziativa stabile, mettendo in comune le proprie esperienze e specificità; si tratta del Tavolo Periferie Milano che, attualmente, è composto da Associazione Coordinamento Abitando ERP, Confcommercio Milano, Consulta Periferie Milano, Coordinamento Comitati Milanesi, Legacoop Lombardia, Mapping San Siro – Politecnico di Milano, MeglioMilano e Peri_Bicocca – Università degli Studi di Milano Bicocca.
Sala_FotoIl Tavolo Periferie Milano, quindi, è impegnato promuovere un percorso per sollecitare una più organica ed efficace attenzione ed azione della Città per le “periferie”, per continuare una indispensabile condivisione con la Città. In proposito, il relativo documento di presentazione è stato consegnato lo scorso 27 giugno al Sindaco Sala, che ha ribadito più volte: «E’ sulle periferie che voglio misurare la qualità del mio impegno di Sindaco».

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