Mag 032017
 

12° anno di attività di Consulta Periferie Milano, organizzazione promossa nel 2005 da associazioni culturali, sociali, del commercio e comitati di quartiere per dare stabile e continua attenzione alle periferie milanesi. Con l’obiettivo di costruire e consolidare un “metodo” che consenta di affrontare la condizione delle periferie nella sua complessità ed articolazione, superando la logica degli interventi localistici e/o settoriali, generata dalla continua rincorsa alle emergenze del momento, valorizzando e “mettendo a sistema” le varie e numerose energie attive nella città.

INCARICHI
L’assemblea dei soci ha rinnovato gli incarichi associativi: Walter Cherubini (Centro studi ConMilanoOvest) è stato confermato Portavoce e coordina le iniziative del progetto “Abitando Milano”, mentre Giorgio Bacchiega (Cittadella della memoria) coordina l’Area Comunicazione e dirige il neo costituito “Centro Studi Periferie”; Romano Ranaldi (Associazione Giovani e Famiglia) coordina l’Area Sociale e Salvatore Crapanzano (Comitato Quartiere Valsesia) l’Area Municipi e Città metropolitana; Angelo Mantovani (Associazione Il Clavicembalo Verde) coordina l’Area Cultura e le rassegne musicali “Concerti in Periferia” e “Per Nutrire l’Anima”, alle quali è associato il progetto “CoriMilano” coordinato da Giorgio Barenghi (Associazione Corale Ambrosiana) e Bruno Volpon (Associazione Culturale Il Giuscano-Figino).

IMPEGNO
Confermando e consolidando l’attività svolta nello scorso anno, nel corrente 2017, tra l’altro, sono programmati:
– 30 convegni ed incontri in varie sedi territoriali, favorendo occasioni di incontro, scambio e confronto per l’elaborazione di progetti e l’attuazione di iniziative nell’ottica della “progettazione partecipata”. Protagoniste numerose realtà associative operanti nel territorio, unitamente ad espressione del mondo dell’università, della cooperazione, dell’impresa, delle professioni, della cultura, del giornalismo e delle istituzioni;
– 100 concerti ad ingresso libero in 40 sedi periferiche (Ville, Cascine, Chiese, Associazioni), proseguendo l’iniziativa avviata nel 2009 per realizzare un “sistema culturale” nelle periferie (in questi anni, sono state promosse e sostenute 600 iniziative musicali ad ingresso libero), che intreccia le rassegne “Concerti in Periferia” (8 edizioni) e “Per Nutrire l’anima (2 edizioni), anche grazie alla condivisione di 50 associazioni ed enti, nonché il progetto “CoriMilano” che vede la disponibilità di 40 cori amatoriali impegnati anche nella nuova iniziativa “Cori in Corte”, rivolta particolarmente ai quartieri popolari (Aler e MM – gestori delle case popolari milanesi – potrebbero utilizzare queste disponibilità per l’animazione socio-musicale dei quartieri di edilizia residenziale pubblica, dove tra l’altro vivono molti anziani che non si riescono a spostare).

CENTRO STUDI PERIFERIE
In tale contesto si colloca la recente costituzione del Centro Studi Periferie, per offrire un contributo di conoscenza “operativo”. Dal 2005, infatti, Consulta Periferie Milano – attraverso le 35 associazioni che attualmente la promuovono, ma anche grazie a consolidati rapporti ed iniziative condivise con altre 150 realtà operanti nei quartieri della periferia milanese – ha maturato e sedimentato significative conoscenze metodologiche e quantitative. Ciò, anche con oltre 100 convegni e seminari di studio, nonché con varie mappature tipologiche che attualmente riportano oltre 900 enti/associazioni, rese disponibili sul sito www.periferiemilano.com: dalle cascine agricole, ai 100 teatri, che neppure i teatranti conoscono, fino ai 100 cori amatoriali che coinvolgono quasi 3.000 persone. Tutte energie che, se conosciute nella loro quantità ed articolazione territoriale, possono essere inserite in un contesto sistemico, contribuendo a supportare quelle parti di città e di popolazione che hanno maggiore bisogno, ma che rimangono un po’ nell’abbandono.

TAVOLO PERIFERIE MILANO
A tale proposito, continuerà l’impegno per consolidare l’operatività del Tavolo Periferie Milano, avviato nel 2013, che attualmente vede la partecipazione di 10 soggetti: realtà imprenditoriali, cooperative e sociali cittadine con articolazione territoriale come Confcommercio Milano, Legacoop Lombardia, Coordinamento Comitati Milanesi, Consulta Periferie Milano, Associazione Coordinamento Abitando ERP, Caritas Milano, centri studi come Meglio Milano ed espressioni dello sport come la Federazione Lombarda di Pallavolo, nonché dell’università come Mapping San Siro-Politecnico di Milano e Peri_Bicocca-Università degli Studi di Milano-Bicocca (il mondo dell’Università, con i suoi 200.000 studenti e 15.000 docenti, nell’ottica della didattica sul campo, è una vera risorsa per Milano che va utilizzata, perché può contribuire a migliorare la condizione delle periferie, come dimostrano alcuni esempi già in essere). Nel periodo 2013-2016, il Tavolo Periferie Milano è stato ospitato e partecipato dall’Ufficio Relazioni della Città del Comune di Milano.

NUOVI MUNICIPI
Peraltro, le periferie non sono certo tutte degradate, anzi ce ne sono di belle. Il problema è che vale un po’ la regola del “caso”: dove le cose funzionano, bene; ma quando emergono dei problemi, tutto va fuori controllo, come nel caso delle case popolari, dove l’abusivismo la fa da padrone e continuano ad essere concentrate situazioni di fragilità, mentre è necessaria una rigenerazione socio-abitativa, utilizzando le migliaia di appartamenti e negozi sfitti.
Allora, al grande impegno di numerose realtà “periferiche” deve corrispondere un’adeguata organizzazione dell’amministrazione comunale ed anche degli altri enti pubblici, che devono adeguare la propria azione e rinnovare le proprie modalità operative alle esigenze delle periferie.
Infatti, gli interventi, oltre ad essere lanciati, devono essere accompagnati “giorno dopo giorno”. Allora, i nuovi Municipi assumono un ruolo strategico, se non rimarranno un’incompiuta come i Consigli di Zona, malgrado due interessanti Regolamenti del Decentramento approvati (1977 e 1997), ma rimasti “regolarmente” inapplicati.
Infatti, se la condizione delle periferie delle grandi città si presenta piuttosto differenziata, “comuni sono, invece, i punti deboli di uno sviluppo equilibrato riferibili sia alla mancanza di identità, che all’assenza di un’organizzazione amministrativa adeguata (la cosiddetta “governance”), che abbia l’obiettivo di definire una strategia complessiva” (Libro bianco sulla governance europea, Commissione Europea 2001).
Nell’evoluzione amministrativa di Milano, le attuali periferie, che hanno un’articolazione di 100 quartieri, sono il frutto dell’annessione al Comune di Milano (attuale Centro) dei comuni limitrofi avvenuta, in particolare, nel 1923, con l’espropriazione delle relative Amministrazioni comunali, con l’accentramento a Palazzo Marino. In tale contesto, il primo che non fa sistema con le decine di funzioni comunali operanti sul medesimo territorio è proprio il Comune di Milano. Allora, è necessario restituire ai territori degli ex Comuni le relative centralità amministrative, naturalmente nel contesto del Comune di Milano e della Città Metropolitana.
Bisogna avere la lungimiranza di far decollare in fretta i nuovi Municipi, perché è risaputo che le periferie non si governano dal centro. Altrimenti, la macchina burocratico-amministrativa “centralistica” continuerà ad essere un problema per qualsiasi Sindaco, che si trova ad affrontare il tema delle “periferie” con le solite armi spuntate, come è accaduto ai diversi Sindaci che si sono alternati alla guida della nostra città.
Nel biennio 2007-2008, Consulta Periferie Milano ha dedicato uno specifico “percorso” di riflessione organizzativa articolato in sette convegni nei vari Consigli di Zona, che verrà rilanciato in questo “2017 Anno per le Periferie”.

2017 PER LE PERIFERIE DI MILANO
In tale contesto si colloca anche il percorso “2017 – Anno per le Periferie di Milano”, che rinnova l’analoga iniziativa promossa nel 2007: una proposta che invita alla condivisione ed alla costruzione, che vuole favorire la riflessione, ma anche l’azione, attraverso la “progettazione partecipata”, che deve crescere unitamente a chi è già attivo nei quartieri e con le istituzioni.
O Milano continuerà ad essere un “operoso alveare, con tante celle che non comunicano tra di loro. Una Milano che non fa sistema”? (Indagine Ipsos, Identità Milano 2015).

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