Mar 112013
 

Periferia: dal greco “perì” = intorno e “pherein” = portare, ma anche lo squallore delle periferie, il degrado delle periferie, la cultura di periferia, le case di periferia, il vivere in periferia: una connotazione sociologica sempre dispregiativa, soprattutto sostenuta da un certo modo di fare giornalismo, sempre alla caccia della “notizia” di cronaca rigorosamente nera (d’altra parte, fa più rumore un albero che cade, che una foresta che cresce). Però, in periferia, ci sono mai venuti? Per esempio, prendiamo Niguarda. Per i milanesi è l’Ospedale. Ma se ci spostiamo di qualche centinaio di metri verso nord, arriviamo nell’abitato di Niguarda, comune autonomo fino al 1923: ha una storia antica (la prima testimonianza risale al IV secolo con reperti archeologici paleocristiani) ed una più recente legata all’industrializzazione e, fino all’ottocento, borgo contadino e luogo di soggiorno delle famiglie nobili, scosso poi dalle lotte operaie, dalla nascita del movimento cooperativo con le cooperative “bianche”, attestate intorno alla parrocchia e le “rosse”, socialiste, al di là del fiume Seveso.

Per venire all’oggi e al “confronto” con il Teatro alla Scala, a Niguarda c’è una vita sociale e culturale piuttosto intensa, grazie anche alla presenza di una storica cooperativa edificatrice (“Niguarda”, ieri, “Abitare”, oggi), nei cui edifici hanno trovato accoglienza realtà consolidate e di respiro cittadino come il Teatro della Cooperativa, ma anche di più recente costituzione, come il Centro Culturale della Cooperativa. Per quest’ultima iniziativa, l’anno 2012 si chiude con 17 serate (gli “Incontri del venerdì” che toccano i più svariati argomenti: scienza, cinema, storia, libri ed attualità, con relatori di ottimo livello ed un pubblico fedele ed attento ad ogni nuova iniziativa) e due mostre dedicate a Giuseppe Scalarini, padre della vignetta satirico/politica italiana, ed a Emergency, con la sua attività umanitaria in giro per il mondo. Poi, i corsi: “Mettersi all’opera” dedicato alla musica lirica, un laboratorio di scrittura creativa ed un corso di letteratura francese su Victor Hugo ed anche il ciclo di incontri mensili “Periferia chiama! Milano risponde?”

Ma, il piatto “forte” è costituito dai concerti promossi nella settecentesca Villa Clerici, definita da Vittorio Sgarbi la “Versailles di Milano”. Tre gli appuntamenti: uno nell’ambito di “Concerti in Periferia”, la Rassegna musicale cittadina di Primavera promossa da Consulta Periferie Milano, giunta alla 4ª edizione con all’attivo oltre 200 concerti; un concerto jazz che ha avuto un riscontro a livello cittadino; la 2ª edizione del “Concerto di Natale”.

Inoltre, il Centro culturale della Cooperativa collabora alla realizzazione: di un Corso di italiano per stranieri; dello “Spazio studio domenica Niguarda” dedicato agli universitari; della Palestra informatica, grazie ad un accordo con Telecom Italia; del GIS Zona 9 per le promozioni del Teatro alla Scala e del Teatro degli Arcimboldi. Ecco, questa è solo una piccola parte di quanto sa esprimere la periferia. Cultura di periferia?

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