Nov 192012
 

La forte crisi economica di fine anni sessanta e il conseguente declino dell’industria automobilistica americana hanno reso per diversi anni Detroit una sorta di città fantasma: con il licenziamento di buona parte dei lavoratori, molti abitanti si sono trasferiti altrove e la città ha faticato a lungo per trovare una nuova identità. La piccola criminalità si é progressivamente impossessata delle strade ormai deserte della Motor Town e le case dei quartieri che più hanno subito questo processo di decadimento si potevano trovare in vendita al prezzo di un dollaro.

È in questo contesto che nel 1986, Tyree Guyton, artista stanco di vedere il suo ghetto intorno ad Heidelberg Street diventare sempre più desolato e pericoloso, comincia a dipingere fantasiosamente le facciate delle abitazioni abbandonate e ad addobbare la strada con oggetti dismessi, coinvolgendo per gioco ragazzi, bambini ed altri artisti. In breve nasce un quartiere creativo, dove il senso di appartenenza della cittadinanza verso questa periferia ha prodotto il risultato di veder rinascere una zona morta: da luogo in cui sia ha paura a passeggiare persino durante il giorno, a spazio dove anche i sempre più numerosi visitatori possano essere accolti.

Il progetto Heidelberg ha festeggiato nel 2011 i suoi 25 anni di attività e grazie alla collaborazione con la locale facoltà di architettura e alle frequenti iniziative culturali é ampiamente accreditato come evidente dimostrazione del potere della creatività nel processo di ricostruzione del tessuto sociale e urbano. Consulta Periferie Milano ne vuole sottolineare l’esemplarità in funzione dell’incontro di martedì 27 novembre a Figino dal titolo Periferie grigie? Coloriamole!

The Heidelberg Project

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