La recente chiusura dello Spazio Tertulliano (ma che per fortuna è rientrata e l’attività teatrale continua) ripropone il tema delle presenze culturali e, più in generale, della cultura nelle periferie milanesi. Infatti, a Milano, il Teatro alla Scala, il Piccolo, il Teatro degli Arcimboldi sono un po’ i “padroni della scena” … e poi?
Tempo fa, Giacomo Poretti, del Trio Aldo, Giovanni e Giacomo, affermò: «A Milano chiude un cinema all’anno e ogni anno sorgono 10 sushi bar. Anche i teatri non se la passano tanto bene: li abbattono per costruirci dei parcheggi o dei supermercati. Poi, prendono l’insegna e la mettono sopra un tendone di plastica: un teatro dentro un involucro di plastica si sente provvisorio. I teatri a Milano sono a rischio».
100 TEATRI
Ma i teatri in “periferia” come se la passano e, poi, quanti sono? Una “fotografia” dell’articolata presenza teatrale “periferica” è stata elaborata da Consulta Periferie Milano, con un conteggio forse per difetto: sono oltre 100 i teatri professionali o amatoriali così distribuiti territorialmente: 21 in Zona 2, 10 in Zona 3, 14 in Zona 4, 16 in Zona 5, 10 in Zona 6, 7 in Zona 7, 10 in Zona 8, 14 in Zona 9.
Rispetto a tale situazione, spesso capita che i primi a stupirsi di questo dato siano proprio i teatranti. Purtroppo, le realtà periferiche scontano una scarsa conoscenza, sia da parte dei livelli istituzionali, sia da parte della popolazione.
L’INFORMAZIONE
D’altra parte, per fare un esempio, i costi per fare pubblicità non sono irrilevanti. Peraltro, chi fa cultura in periferia svolge anche un’indubbia funzione sociale. Allora, diventa importante il ruolo che il Comune di Milano può svolgere, mettendo a disposizione un nutrito numero di spazi. Se ne parla spesso ma, sostanzialmente, nulla è stato fatto. Allora, ci permettiamo di elencare alcune proposte.
1. Bacheche zonali – Il Comune ne ha installate centinaia: uno spazio può essere utilizzato da chi promuove cultura in periferia, per affiggere gratuitamente i propri avvisi, naturalmente in modo regolamentato? (attualmente, neppure le Biblioteche comunali possono affiggere negli spazi comunali).
2. Metropolitana – E’ possibile che nelle stazioni periferiche della Metropolitana ci sia uno spazio fisso – ci sono tanti muri liberi – dedicato alla pubblicizzazione culturale zonale (magari intitolato “Sotto casa tua”)? Tra l’altro, il Comune di Milano, ha uno spazio di propria pertinenza che potrebbe essere utilizzato anche (perché no?) per l’affissione riguardante l’attività dei nuovi Municipi.
3. Mercati Comunali Coperti – Sono una ventina i Mercati Comunali Coperti: è troppo avere uno spazio per l’affissione? Poi, anche se qualcuno dice che le grandi catene commerciali non aderiranno mai: è proprio fuori dal mondo chiedere che i loro “clienti” possano leggere in un apposito spazio le proposte culturali zonali?
IL SINDACO SALA
Ecco, questi sono alcuni problemi, ma ci sono anche delle proposte. Se non vanno bene, si trovino altre soluzioni, prima che un altro teatro …
Ma, proprio sul tema della cultura nelle periferie milanesi, il Sindaco Sala ha chiesto “particolare attenzione” al riconfermato Assessore alla Cultura, Filippo Del Corno. In tal senso, è necessario che Milano non sia guardata come un insieme “indistinto”, ma che venga focalizzata precisamente l’azione per le periferie in termini di obiettivi, di conoscenza delle realtà operanti nei territori, nonché di ridurre la sproporzione nella ripartizione delle risorse fra “centro” e “periferie”.