La violenza subita da una donna al Monte Stella aveva riproposto l’inefficienza dell’organizzazione comunale tra livello centrale e locale (Municipi), la distanza tra centro e periferia. Il Consiglio comunale è intervenuto, ma tutto è rimasto come prima. Adesso interverrà il Sindaco Sala?
Sarebbe bastata una telecamera per evitare che, in un tardo pomeriggio dello scorso luglio, una donna, a passeggio con il suo cane, venisse violentata al Monte Stella, dietro la scuola elementare Martin Luther King? Non lo sappiamo ma, sta di fatto, che il Municipio 8 già due anni prima aveva chiesto che una telecamera fosse installata proprio in quel luogo! Due anni prima.
IMPOTENTI E INASCOLTATI
In merito, Simone Zambelli, Presidente del Municipio 8, ha evidenziato: «Ci sono problemi e questioni nel QT8 e nelle aree limitofe al parco che vanno affrontati e risolti: dallo stato di abbandono dell’ex mercatino di via Isernia alla necessità di maggior presidio del territorio. Problemi su cui, come Municipio, abbiamo avanzato proposte e ci siamo sempre messi in ottica collaborativa, ma su cui ci sentiamo impotenti e a volte (lo ammetto) inascoltati».
LA BUONA VOLONTA’ NON BASTA
Più nel dettaglio, Enrico Fedreghini, già Assessore del Municipio 8 e Consigliere comunale, ha precisato: «La città sicura è anzitutto il prodotto di un uso sano e intenso degli spazi pubblici; per questo sono arrivati gli scout CNGEI alla Rotonda di via Pogatschnig, accanto a Comunità Nuova di don Gino Rigoldi; per questo abbiamo promosso numerose attività (corsi/iniziative) aperte alla cittadinanza col Progetto Monte Stella, coinvolgendo anche il Villaggio della Madre e del Fanciullo; per questo è arrivato in quartiere il CAI creando nel parco il primo sentiero urbano per non-vedenti e disabili. (…) In due parole: tutto quanto era nelle competenze e poteri del Municipio 8 è stato dichiarato, eseguito e realizzato. Ma… scout, volontari del verde e ciclisti, con tutta la buona volontà non possono eliminare il fenomeno della prostituzione presente giorno e notte alle fermate dei bus lungo via Salmoiraghi, né contrastarne il relativo “indotto”, né presidiare l’immobile comunale di via Isernia abbandonato da anni e generatore/attrattore di degrado (e nemmeno sostituirsi alla Polizia Locale per installare quella telecamera dietro alla scuola King, proprio accanto al boscaccio, richiesta due anni fa dal Municipio dopo infiniti sopralluoghi e mai arrivata)». Insomma, il Municipio può attivare la “buona volontà”, mentre può solo chiedere che le varie funzioni comunali intervengano, come se fosse un cittadino o un comitato. Ma, è di tutta evidenza, che così non va bene.
NULLA SARA’ COME PRIMA?
Quanto accaduto al Monte Stella ha riproposto, drammaticamente, la palese inadeguatezza dell’organizzazione Comunale, dove “l’attrezzatura culturale e tecnica di chi amministra le città è rimasta la stessa, con le sue settorialità, con le sue piante organiche, le sue strutture formate da competenze separate” (Alessandro Balducci, già Prorettore del Politecnico ed Assessore all’Urbanistica del Comune di Milano – Il governo della città complessa, 2018).
Sempre in proposito, poi, ci sono “progetti encomiabili e auspicabili (Fondazione Cariplo, che ha stanziato 10 milioni di euro per il progetto “Lacittàintorno”), che non tengono però conto di un problema fondamentale, la cui soluzione non può essere ancora rimandata: l’incredibile lentezza della macchina comunale, unita a una troppo frequente incapacità di programmazione della classe politica, che si trova sempre più spesso a rincorrere eventi e opportunità. Problemi endemici, che nelle periferie vengono amplificati, assumendo dimensioni insopportabili, che impediscono alla vitalità del tessuto sociale di esprimersi come potrebbe. Spesso, addirittura, rischiano di rovinare quanto di buono è stato fatto e generare sfiducia” (Stefano Ferri, Direttore del mensile Milanosud, 05/2017).
Nel merito, anche recentemente, abbiamo osservato: “Il Comune di Milano che è organizzato centralisticamente, quindi inadatto ad affrontare le problematiche della periferia. Con il Decentramento ed i Municipi che continuano a rimanere lettera morta dopo oltre 50 anni” (Vivere Insieme la Periferia, 05/2020). In proposito, evidenziamo che il tema Decentramento e Municipi è al primo punto del Decalogo “dalle Periferie, per Ripartire” elaborato da Consulta Periferie Milano: “Le periferie milanesi sono costituite dai territori degli antichi Comuni aggregati a Milano nel 1923. Il primo che non fa sistema sul territorio è il Comune: bisogna ritornare ad una vera amministrazione vicina al cittadino, mentre è da 50 anni che il Decentramento (Municipi dal 2016 e prima Consigli di Zona) rimane a livelli inadeguati. E senza decentramento Milano non può essere policentrica e, quindi, rimane centralista”.
NESSUN CAMBIAMENTO
“Maratona in Consiglio sui Municipi” titolava Il Giorno (24 luglio). Allora, finalmente si cambia? No, lo scorso 2 novembre il Consiglio comunale ha deliberato il nuovo … sistema elettorale dei Municipi in vista delle elezioni del 2021. E di quello che dovrebbero fare i Municipi? Niente! Ma, così non va! Per questo crediamo debba intervenire direttamente il Sindaco Sala (altrimenti, chi altro?), che ha anche mantenuto la delega alle Periferie. Perché chi eleggiamo nei Municipi non continui a rimanere “impotente” e “inascoltato”. E se nulla cambia, per le periferie nulla cambierà!
PS – Verso la 12ª Convenzione delle Periferie “dalle Periferie, per Ripartire (23 e 30/11/2020)
Dal Decalogo “dalle Periferie, per Ripartire” (a cura di Consulta Periferie Milano)
1. Decentramento e Municipi – Le periferie milanesi sono costituite dai territori degli antichi Comuni aggregati a Milano nel 1923. Il primo che non fa sistema sul territorio è il Comune: bisogna ritornare ad una vera amministrazione vicina al cittadino, mentre è da 50 anni che il Decentramento (Municipi dal 2016) rimane a livelli inadeguati. E senza decentramento Milano non può essere policentrica e, quindi, rimane centralista.