Dic 042014
 

Primi fuochi di “banlieue” a Milano? Il rincorrersi delle auto bruciate in Via Diotti, in quel di Baggio (…) è un segnale della situazione fuori controllo in cui versano alcune aree cittadine, in particolare nei quartieri di edilizia pubblica”, scrivevamo il 14 aprile 2014.

8Convenzione.AlveareEssere “profeti”, purtroppo, è stato fin troppo facile e, comunque, una cosa è chiara: il problema “periferie” è lì in tutta la sua evidenza, facendo tabula rasa anche di tutti quegli atteggiamenti “negazionisti” e “malpancisti”, quasi che evidenziare il tema periferie equivalesse ad essere negativi, superati dai tempi, fuori moda: «Periferie? Bisogna cambiare lessico: adesso ci sono le “conurbazioni”» taluno aveva sentenziato. Appunto…

Ma, le periferie sono tornate alla ribalta, un po’ come il fiume Seveso, che esonda da 40 anni e continua ad esondare. Qualcuno osserva: se a Niguarda ci fossero state le sedi di Comune di Milano (Palazzo Marino), Fondazione Cariplo e Corriere della Sera, la soluzione sarebbe stata trovata e non ci sarebbero più allagamenti, da tempo!

8ConvenzioneMa che aria tira nelle periferie, soprattutto tra chi cerca di costruire, piuttosto che scassare? Sfiducia, rassegnazione e sentimento di abbandono sono emersi anche a margine della recente 8ª Convenzione delle Periferie e sembrano prevalere: «Tanto, non cambia nulla …», non si riescono a vedere elementi che possano dare una prospettiva; ciascuno – anche di quella che una volta era la cosiddetta “classe dirigente cittadina”, istituzionale, certo, ma anche economica, culturale e dell’informazione – sembra giocare un po’ in proprio.

Ma, proviamo ad individuare gli elementi di un possibile cambiamento, non secondo le nostre intenzioni, bensì raccogliendo e rilanciando alcune “manifestazioni di attenzione” nei confronti delle periferie. Andiamo per anno:

Pereira2014 – Portare la “lirica” in periferia? «Penso a sale teatrali nei quartieri di periferia (…): cercheremo di arrivare dappertutto. La Scala si deve aprire sempre di più alla città» ha affermato Alexander Pereira, nuovo sovrintendente del Teatro alla Scala. Bene, i teatri in periferia sono 100 (anche se nemmeno i teatranti lo sanno) e saremo lieti di mettere a disposizione la struttura organizzativa della Rassegna musicale “Concerti in Periferia”, 6 edizioni con oltre 300 concerti in 30 luoghi periferici, soprattutto grazie alla collaborazione di 50 diversificate realtà associative.

Pisapia2011 – «Nei miei primi cento giorni ridarò dignità alle periferie, le riporterò al centro», dichiarò Giuliano Pisapia, allora Candidato Sindaco di Milano. Lo sappiamo, i temi organizzativi sono un po’ ostici. Però, in ogni zona “periferica” operano numerose associazioni e molteplici funzioni comunali. Ma non c’è una regia territoriale e ciascuno fa per sé, con i Consigli di Zona che continuano a rimanere un’incompiuta. Eppure, basterebbe che i Servizi/Funzioni comunali operanti in ciascuna Zona dipendessero “funzionalmente” dal rispettivo Consiglio di Zona., mantenendo la dipendenza “gerarchica” dai propri Settori/Direzioni. Inoltre, chi negli anni ’70 aveva concepito il Decentramento, aveva previsto (Art. 19) che i Consigli di Zona si occupassero anche del patrimonio edilizio dell’IACP (oggi Aler). Questa disposizione, peraltro come anche tutte le altre, non è mai stata applicata. Avremmo avuto una situazione diversa? Ma non averlo fatto ha portato i “risultati” che sono sotto gli occhi di tutti.

Guzzetti2009 – Dalle pagine del Corriere della Sera venne lanciato il “Manifesto per Milano”. Giuseppe Guzzetti, Presidente di Fondazione Cariplo, chiese di tenere conto delle periferie degradate: “Un piano per le periferie” titolò il Corriere. Ma, il Piano c’è? Qualcuno l’ha fatto? Ma, qualcuno ha intenzione di farlo? Allora, non è forse il caso che chi ritiene che debba essere fatto un “piano per le periferie” (l’Area P) chiami a raccolta gli interessati e ci si metta all’opera? Continuare ad aspettare equivale ad attendere qualcuno che non arriverà mai. Intanto, il Seveso esonda, esonda, esonda… ed anche le Periferie hanno oltrepassato il livello di guardia. E’ proprio necessario aspettare che esondino?

Allora, forza e coraggio … chi fa un passo avanti?

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