Da un po’ di tempo, nell’ovest di Milano, sembra si aggiri un “fantasma”, più precisamente una “Preside fantasma”. Ed essendo una “Preside” (o Dirigente scolastica), come nelle più classiche leggende, dovrebbe dimorare in una castello, in questo caso una scuola.
DE ANGELI, SEMICENTRO
Ma, contrariamente ai fantasmi, che fanno percepire i segni della loro presenza, la “Preside fantasma” non si è mai fatta vedere né sentire nelle scuole di destinazione, la primaria “Novaro Ferrucci” di Piazza Sicilia e la secondaria “Monteverdi” di Via Vittoria Colonna (“semicentro”, secondo la suddivisione di Milano fatta dalla Agenzia delle Entrate). Invece, è rimasta ben presente in quel di Metz in Francia: per nove anni (massimo periodo consentito, fino al 31 agosto 2016) ha diretto la scuola italiana ma, poi, è riuscita a permanere ulteriormente avvalendosi «della possibilità di dedicarsi alla propria formazione all’estero per tre anni permettendole di non svolgere le proprie funzioni come dirigente, bensì di “bloccare” l’assegnazione della cattedra ad altro dirigente fisso», come scritto dai genitori al Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli.
Sia chiaro, tutto secondo le regole: «Oggi è nel pieno diritto degli insegnanti chiedere una aspettativa e conservare sia il posto sia la titolarità della sede anche per nove o dieci anni, mentre a scuola arriva un reggente, la norma è così e va rispettata», conferma Agostino Miele (Associazione Nazionale Presidi).
Prima nota – Però, come si fa a non vedere che una norma del genere contraddice tutte le logiche organizzative, minando alla base ogni logica funzionale, vanificando anche l’impegno di quanti operano nella scuola? Certo, poi, non dobbiamo stupirci se in Italia c’è uno tra i più alti tassi di abbandono scolastico (17,6%, rispetto alla media Ue del 12,7%) e ancor più in Lombardia (18,5%)! Poi, vien da chiedere: chi ha fatto la norma, ma anche chi l’ha richiesta?
Certo, non i genitori degli alunni della “Novaro Ferrucci”, ben presenti nella vita della scuola: visto che la preside designata non avrebbe fatto la sua comparsa per altri due anni, non si sono rassegnati ad avere una “Preside-Non Preside”. Così, hanno fatto e disfatto e, finalmente, ottenuto una “Preside in carne ed ossa”. Problema risolto, allora? Beh, non propriamente.
BAGGIO, PERIFERIA
Infatti, l’Ufficio Scolastico Regionale ha “risolto” il problema nel più classico dei modi, “spostandolo” altrove. Dove? La “Preside fantasma”, che non tornerà almeno per altri due anni, è stata trasferita alla scuola Primo Levi, in quel di Baggio (“periferia”, secondo la suddivisione di Milano fatta dalla Agenzia delle Entrate), proprio alle spalle della sede del Municipio 7. “Tanto si sa che in periferia siamo abituati ad avere problemi” ha commentato qualcuno.
Seconda nota – Il tema “periferie” deve essere affrontato in modo adeguato, tenendo conto della concatenazione dei vari aspetti e problemi. Ciò, soprattutto da chi ricopre incarichi istituzionali, che non può essere determinato dal proprio stato d’animo che, magari, ritiene di “essere residente nel miglior contesto cittadino possibile e, quindi, non si sente di vivere in periferia”. Perché se, da una parte, vengono anche promosse iniziative positive di sostegno a chi opera concretamente sul territorio ma, dall’altra, c’è un meccanismo che crea i “Presidi fantasma”, la situazione già precaria di tante periferie non migliora.
E, come in questo caso, i primi a farne le spese sono i nostri giovani. Allora, non sarebbe il caso di modificare la regola? Poi, se davvero si è interessati a migliorare le periferie, nelle relativa scuole non sarebbe il caso di metterci i Dirigenti scolastici migliori? Ma, ce ne rendiamo conto, stiamo chiedendo troppo.