La recente visita della Commissione Periferie della Camera dei deputati degli scorsi 6-7 marzo (vedi) è stata un’occasione per Milano per cercare di guardare le periferie nella loro complessità: dalla segnalazione dei problemi, peraltro ben noti ed anche ben incancreniti, alla presentazione delle realtà che operano bene, con costanza e dedizione nei quartieri periferici. Ma, come solitamente accade, ne è scaturita una lettura a “macchia di leopardo”, confermando che “Milano è un operoso alveare, con tante celle che non comunicano tra di loro. Una Milano che non fa sistema (…), dove le periferie sono luoghi sconosciuti”, come evidenziato da un’indagine Ipsos in occasione del Forum Brand Milano promosso dal Comune nel 2015. E, tra l’altro, sono state numerose le realtà che hanno lamentato di non essere state informate dell’appuntamento e, quindi, di non aver potuto offrire il proprio apporto.
SCHEMI BUROCRATICI
Nell’audizione tenutasi in Prefettura, pur nel limite dei cinque minuti disponibili, Consulta Periferie Milano ha comunque cercato di rappresentare alla Commissione Periferie della Camera dei deputati una visione organica delle periferie milanesi, fornendo dati su vari aspetti ed evidenziando la necessità di rivedere gli schemi burocratici che rendono difficoltoso l’agire del volontariato nelle periferie, nonché di procedere con un approccio sistemico ed integrato, indispensabile affinché le scelte siano compiute a ragion veduta.
CENTRO STUDI PERIFERIE
In tale contesto, quindi, si colloca la costituzione del Centro Studi Periferie, che ha l’obiettivo di offrire un contributo “operativo” di conoscenza all’iniziativa di promozione delle periferie, ma anche di divulgazione, utile anche agli operatori dell’informazione, che hanno una grande responsabilità nella rappresentazione delle periferie.
Dal 2005, infatti, Consulta Periferie Milano – attraverso le 36 associazioni che attualmente la promuovono, ma anche grazie a consolidati rapporti ed iniziative condivise con altre 150 realtà operanti nei quartieri della periferia milanese – ha maturato e sedimentato significative conoscenze metodologiche e quantitative. Ciò, anche con gli oltre 100 convegni e seminari di studio promossi, nonché con varie mappature tipologiche disponibili sul sito www.periferiemilano.com: dalle cascine agricole, ai 100 teatri, che neppure i teatranti conoscono, fino ai 100 cori amatoriali che coinvolgono quasi 3.000 persone.
VALORE SOCIALE ED ECONOMICO
Tutte energie che, inserite in un contesto sistemico, possono arricchire quelle parti di città e di popolazione lasciate un po’ nell’abbandono. Energie che, oltre ad avere un importante impatto sociale, apportano anche un valore economico di milioni di euro, sia per l’attività diretta, sia per le ricadute indirette, anche se “normalmente” non vengono considerati nei bilanci pubblici, dove invece occupano spazio e bruciano risorse tutti gli interventi emergenziali. Energie come i 200 “doposcuola” a sostegno di quasi 10.000 alunni di elementari e medie, promossi anche grazie a centinaia di volontari.
2017 PER LE PERIFERIE
Allora, è necessario mettere a fattor comune le tante energie e capacità che pur esistono e che si spendono nelle nostre Periferie. In tale contesto si colloca il percorso “2017 – Anno per le Periferie di Milano” (vedi): una proposta che invita chi ha una sensibilità “periferica” alla condivisione, alla messa in comune ed alla costruzione, che vuole favorire la riflessione, ma anche l’azione, attraverso una progettazione partecipata, che deve crescere unitamente a chi è attivo nei quartieri e con le istituzioni.